Quando la cultura brucia: la libreria Fahrenheit a Campo dei Fiori, Roma.

Catia Gabrielli ha aperto la libreria nel 1989. “La mia è militanza” ci racconta, “sono una specie di Don Chisciotte” che difende l’editoria indipendente e la bellezza del sapere.

A Campo dei Fiori mangi anche se non hai fame. I camerieri ti bombardano il menù mentre cammini per la strada, cercando di imprigionarti nel loro ristorante. Impaurito, cerchi un rifugio, e lo trovi proprio qui: la libreria Fahrenheit 451 è un’oasi di incanto.

I libri sono dappertutto. Un universo di galassie tematiche: narrativa, storia, filosofia, arte e spettacolo, fotografia. “I giovani sono un po’ a disagio con questo tipo di distribuzione”, spiega Catia: “vogliono trovare tutto e subito, con facilità”. Nei supermercati, così come nelle grandi catene, non sprechi tempo nel cercar libri. Devi comprare subito. In realtà solo guardando o spolverando questi cumuli di sapere, si impara già qualcosa. I commessi di Fahrenheit sono appassionati lettori: sanno consigliare il cliente, e la richiesta di pezzi rari è per loro una sfida da accogliere con entusiasmo, sfruttando segreti che non ci vogliono svelare.

Fahrenheit è famosa a Roma. Capita di trovarci Nadia Fusini o Alessandro Baricco. Catia ha puntata sulla qualità, sulla bibliodiversità. È molto difficile essere e rimanere indipendenti: “abbiamo passato tempi molto duri. La liberalizzazione selvaggia ha portato questa città al degrado”. In ottobre dello scorso anno i librai hanno richiesto un incontro a Montecitorio per proporre la revisione della legge Levi, che fissa i tetti di sconto al 15% o al 25% per le singole catene. Il modello proposto è la Francia, dove la legge Lang fissa il tetto al 5% e le librerie indipendenti coprono il 40% delle vendite. Amazon è un concorrente spietato, al contrario dei libri digitalizzati, ma non l’unico.

Nel 2017 sono stati pubblicati 66.757 titoli di cui 19.860 di narrativa (negli anni Ottanta la media era di mille). Eppure leggiamo poco; secondo l’Istat solo il 40% degli italiani ha letto almeno un libro nello scorso anno. Sono dati allarmanti, anche se si vede una luce all’orizzonte. La vede Catia e l’ha conferma l’AIE (Associazione Italiana Editori) nell’analisi presentata il 26 gennaio: per la prima volta dopo sette anni, le vendita crescono, anche se di poco. Un 5.8 pe cento in più rispetto al 2016.

Rincuora, ma non è abbastanza. La “spietata cecità” delle istituzioni, dice Catia, deve rivedere il modo in cui tratta la cultura. “Noi non molleremo mai”. È cresciuta leggendo Majakowskij, la Morante e Pasolini. “Per me lui è sacro. È stato determinante nell’influenza del decidere da che parte stare. Sulla strada dei perdenti, alla fine” e sorride, la Don Chisciotte con una corazza fatta di libri.

Giovanna Dall’Ora e Federica Marangon

 

Federica Marangon Mi chiamo Federica Marangon e ho 32 anni. La letteratura è la mia passione: l’ho cercata in ogni luogo in cui ho vissuto e lavorato. Leggere mi aiuta a capire il mondo e ad accettarne la follia. Quando anche i libri non mi bastano, vado in bicicletta fino al mare o a camminare in montagna. E quando il meteo non lo permette, scrivo. Su di me ci sono sempre tante nuvole.

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