VEDERE LE VOCI: la sordità nel Segno del diritto

La giornata mondiale del Sordo a Padova 

Arrivo in Piazza degli Eremitani alle 14. Trovo ammassi di palloncini blu, stand in cui si vendono magliette della GSM, Giornata mondiale del Sordo, e una folla silenziosa. In realtà non è silenzio: si chiacchiera, si discute, si scambiano informazioni. Si parla la Lingua dei Segni. La grammatica è nell’aria; le mani sono come farfalle che si piegano, roteano, si alzano e si posano nel comporre la magia di frasi e pensieri. Io non so dire nulla e non comprendo nulla. Sorrido, chiedo scusa se pesto i piedi a qualcuno, ringrazio chi mi dà un volantino.  Sono nata udente e ho imparato a parlare senza rendermene conto; un mondo senza suoni è per me una dimensione inconcepibile. Una dimensione che a queste persone non manca: come io non posso prendere parte ad una conversazione in segni, loro non possono udire la mia voce. Tutto qua. Io però non trovo ostacoli se voglio partecipare ad un convegno, assistere ad una lezione universitaria, guardare la TV o fare qualsiasi tipo di lavoro. Loro sì, e questo è profondamente ingiusto.

La Giornata Mondiale del Sordo è organizzata dall’ENS (Ente Nazionale Sordi, www.ens.it, di cui il Presidente è Petrucci Giuseppe) e quest’anno si è svolta a Padova, dal 28 al 30 settembre. Lo scopo è sensibilizzare l’opinione pubblica e il Governo affinché venga garantita la totale integrazione dei sordi e il riconoscimento legislativo della LIS (Lingua dei Segni italiana). In Europa manchiamo solo noi e il Lussemburgo.

Una delle conseguenze più gravi la paga la scuola dell’obbligo. Attualmente il 10-15% dei 6 mila studenti sordi in Italia non ha un assistente alla comunicazione, vale a dire interpreti assegnati dalle Regioni e capaci di tradurre le lezioni. Colpa dei bandi pubblicati tardi, scartoffie inceppate che si trasformano in giorni persi per migliaia di ragazzi. Spesso gli assistenti assegnati sono impreparati: la LIS non è lingua costituzionalmente riconosciuta e quindi non esiste un profilo professionale dell’interprete. Il disegno di legge del Senato verrà discusso questa settimana e poi, forse, partirà l’iter per ottenere quanto richiesto.

 

Quello che un sordo non vuol sentire

Parlare di “linguaggio dei Segni” è un errore. Lo rimarca Humberto Insolera, primo membro sordo dell’European Disability Forum. La LIS è una lingua con una propria grammatica, cioè l’insieme finito di regole  che permette di generare un insieme infinito di espressioni. Ogni sistema linguistico rispetta leggi universali inscritte nel nostro DNA: le grammatiche specifiche di ogni lingua sono invece convenzioni apprese con l’uso e l’esperienza. Potremmo assimilare la lingua al cibo: impariamo a mangiare senza che nessuno ce lo insegni, in seguito conosciamo i piatti tipici e scegliamo le nostre ricette preferite.

Comunicare, come mangiare, è una capacità innata. Una legge del 2006 vieta di usare il termine “sordomuto” in quanto non parlare con la voce non significa essere muti. Erodoto racconta che il Farone Psammetico (VII secolo a.c.) affidò due figli ai pastori obbligandoli a non parlar con loro affinché creassero una nuova lingua. I ragazzi iniziarono quindi a segnare, intendendosi senza difficoltà. I segni però non sono gesti mimetici e immediati: il segnante, come il parlante, riesce ad astrarre, ad indicare tempi verbali diversi, a costruire proposizioni complesse visualizzando la sintassi nello spazio anziché nel suono. Segnare non è “gesticolare”, è qualcosa di molto più complesso. Fu William Stokoe a studiare per primo la struttura della Lingua dei Segni, negli anni Sessanta. Studiò i segni come fossero parole, scomponendole in pezzetti sempre più piccoli fino a scoprire la logica di tutte le combinazioni possibili. Come per le parole, esistono segni-radici che vengono poi declinati nelle varie parti del discorso attraverso lo spostamento della mano nello spazio.

La prima scuola per sordi italiana nasce a Roma nel 1784. Il fondatore fu Don Tommaso Silvestri, che ebbe modo di visitare l’istituto parigino dell’Abbé de L’Epée. I religiosi giocarono un ruolo fondamentale nell’istruzione dei sordi: erano persone che non avrebbero potuto conoscere la Parola di Dio, non avrebbero potuto confessare i loro peccati e pregare, da qui la cura di tale disabilità. La crescita si arresta nel 1880, quando al Congresso Internazionale per il Miglioramento della Sorte dei Sordomuti di Milano viene bandito l’uso della lingua dei segni in favore della lettura labiale, dell’oralismo. La sordità viene travolta dall’onda reazionaria del regime vittoriano, epoca in cui la diversità disturba e disorienta. La situazione è drammatica per i ragazzi che hanno imparato solo a segnare: viene loro tolta la possibilità di comunicare e imparare. Bisognerà giungere agli anni Settanta per ridare alla LIS il posto che le spetta.

Humberto Insolera si è laureato in Scienze Politiche all’ateneo di Padova. Spesso ha trovato interpreti che sbagliavano le traduzioni nel corso di un esame. Ancor più allarmante è riscontrare imprecisioni nelle aule di un Tribunale o per le corsie di un ospedale, dove un errore linguistico può costarti caro.

L’arte in un mondo senza suoni

Ogni lingua ha una sua grammatica ma anche una propria personalità e cultura. La lingua dei segni ha un carattere altamente iconico e mimetico, nonostante la struttura complessa. È una lingua che ben si presta al teatro e alla poesia. Serafino Timeo, Presidente dell’Ente Nazionale Sordi di Torino e coordinatore nazionale della GMS, mi racconta che esistono rappresentazioni teatrali per sordi; a Roma si tiene un festival Internazionale del Cinema Sordo. “Sign Gene” è una produzione del 2017 diretta da Emilio Insolera ed è in tre lingue dei segni: giapponese, inglese, italiano. Esiste anche una poesia che nasce in lingua dei Segni: il segnato diventa danza, musica per gli occhi, così come la parola decantata diviene ritmo e rima.

Chiedersi se sia nato prima il pensiero o prima il linguaggio è un po’ la storia dell’uovo o della gallina. La conoscenza di una lingua non permette solo di comunicare con l’esterno, ma anche di parlare a noi stessi. Il discorso interiore è il flusso grazie al quale nasce il nostro pensiero e quindi la nostra identità. Noi siamo il nostro linguaggio e un cambiamento del linguaggio può trasformare il modo in cui consideriamo il cosmo. I tempi verbali, per esempio, collocano le nostre azioni nel tempo: noi non riusciremo a dare sequenza logica ai fatti della vita se non fossimo in possesso di uno strumento linguistico che governi il passato, presente e futuro. La LIS non permette solo di comunicare con gli altri, ma di esprimere la nostra interiorità e avere un posto nell’universo.

 

Nel Segno del Diritto

La lingua non si apprende da soli. È frutto di uno scambio, di una negoziazione che inizia nel nucleo intimo della famiglia. L’affetto veicola la conoscenza del mondo e del linguaggio e, nel caso di genitori  di bambini sordi, lo sforzo richiesto è maggiore. La lingua deve essere appresa nei primi anni di vita, momenti in cui le nostre capacità neurali sono al massimo della loro potenza. Un genitore udente di un figlio sordo fa il doppio della fatica e deve trovare strumenti diversi, essere attento e creativo, formato, paziente.

Nell’opera “Vedere Voci”, il neurologo Oliver Sacks narra diverse storie di bambini e ragazzi sordi. C’è Joseph, senza linguaggio fino agli 11 anni, scambiato per autistico: il suo mondo è fatto di sensazioni e non di pensiero; vive in un eterno presente. C’è Massieu, che impara i nomi di alberi e uccelli vagando per i boschi con il maestro Sicard, scoprendo così che le cose esistono anche nella mente. C’è Kaspar Hauser, che per 12 anni vive in catene, in balia di un padre psicopatico, e quando esce a quattro zampe dalla sua cella scopre le meraviglie dell’aritmetica e delle lettere, parti dell’illuminante libertà. Sono racconti estremi, certo, eppure servono a capire che il salto dal mondo animalesco della percezione, a quello umano dei concetti profondi, avviene grazie all’amore e alla dedizione di qualcuno che già lo abita.

Catia Bugé è nata da genitori sordi e oggi è Presidente del Comitato Giovani Sordi Italiani. Segna da quando è nata. Oggi si occupa dell’organizzazione di eventi e convegni. Mi spiega che la manifestazione padovana è pacifica, non siamo lì per contestare, ma per farci conoscere, per farci sentire. Mi traduce una canzone sulla LIS, interpretata da alcuni bambini durante al corteo: dice che la LIS ha dei segni bellissimi, parla dell’orgoglio di essere sordi.

Come per tutte le disabilità, la storia della sordità è un percorso di sofferenze e conquiste. Non garantire la libertà di espressione ai sordi non significa solo privarli di un diritto umano fondamentale: è privare gli udenti di incontri con persone che potrebbero arricchire la vita, la politica, il mondo intellettuale. Scendendo dal gradino paternalistico che vorrebbe noi udenti più fortunati di chi non sente, privare i sordi della possibilità di comunicare vuol dire privare noi della possibilità di ascoltarli. La cultura dei sordi è una terra ricca e perlopiù inesplorata e la LIS apre le porte di questo mondo, integrandolo con il nostro. Quando Sacks visitò il College di Gallaudet, un allievo presentò un professore segnante e udente dicendo: “lui è sordo, anche se ci sente”. La battaglia per i diritti dei sordi è una battaglia per i diritti umani. Chi non sente questa lotta, è sordo nell’anima.

Federica Marangon Mi chiamo Federica Marangon e ho 32 anni. La letteratura è la mia passione: l’ho cercata in ogni luogo in cui ho vissuto e lavorato. Leggere mi aiuta a capire il mondo e ad accettarne la follia. Quando anche i libri non mi bastano, vado in bicicletta fino al mare o a camminare in montagna. E quando il meteo non lo permette, scrivo. Su di me ci sono sempre tante nuvole.

2 thoughts on “VEDERE LE VOCI: la sordità nel Segno del diritto

  1. Vorrei imparare a parlare con i segni xke ho mio fratello sordo come posso fare è a chi devo far richiesta, grazie

    1. Gentilissima, dovrebbe rivolgersi all’Ente Nazionale Sordi della sua provincia e infomarsi circa i corsi. Il sito nazionale è http://www.ens.it: vi trova tutte le notizie.
      Federica

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