Il cavaliere oscuro
Anche se i social lo hanno già processato, la faccenda è al vaglio degli inquirenti. Il protagonista è Orfeo Dargenio, vice sindaco con delega alla sicurezza del Comune di Solesino, nonché agente della polizia locale a Monselice. Ieri, alle ore 18.50, presso la stazione di Monselice, ha sparato cinque colpi in aria per fermare l’uomo che pochi minuti prima aveva borseggiato un’anziana signora. Un testimone ha visto il ladro mentre fuggiva e ha allertato la pattuglia che si trovava nei paraggi. Il collega di Dargenio lo ha inseguito a piedi e Dargenio in macchina. Quando l’ha visto entrare in stazione, l’ha rincorso e, per intimarlo all’alt, ha sparato in aria, mettendolo il fuga. Il malvivente sarebbe poi tornato in stazione verso le 21.15, dove è stato catturato dai carabinieri.
Al di là degli accertamenti del caso, ci sono dei tratti oscuri in questo affare e sono le dichiarazioni che lo stesso Dargenio ha rilasciato ai quotidiani (Il Mattino di Padova, il Corriere del Veneto, il Gazzettino) e a Rete Veneta. Nelle parole di Dargenio c’è qualcosa che non torna.
“Aveva una pistola!” racconta al Gazzettino. “L’ha tirata fuori in un attimo da un marsupio, o uno zaino”. “Non sono sicuro – dice subito dopo – è durato tutto pochi istanti”. Estrarre la sua arma è stata comunque una “questione di freddezza”. “Poi non so se la pistola fosse vera – continua – o magari un’arma giocattolo o una scacciacani. Ma cavolo! Era una pistola. E me la stava puntando contro”. “Non me l’ha puntata contro” – dichiara al Mattino di Padova – “ma in quel momento poteva accadere di tutto, per questo ho deciso di sparare”.
Dopo aver rincorso il malvivente e avergli chiesto i documenti – dichiara al Mattino di Mattino di Padova – “l’ho fermato e mi sono accorto che aveva una pistola, l’ha tirata fuori e ho estratto la mia. Lui allora mi ha voltato le spalle e si è messo a correre per fuggire. Ho sparato dei colpi in aria, quattro o cinque, non ricordo bene”. Nell’intervista rilasciata a Rete Veneta, invece, se li ricorda: “ho sparato in aria tre colpi di pistola. Questo è servito per farlo desistere e poi è stato arrestato dai carabinieri”. Ma non era fuggito? Sì, è scappato sui binari proprio “mentre arrivava un treno” (o due treni, come racconta invece al Mattino) ed è stato preso dalle forze dell’ordine quando è tornato in stazione alle 21.15, “ma ovviamente si era liberato di tutto: niente arma, niente borsa (o marsupio o zaino, ndr?)”. Pistola sì o pistola no, “l’ho visto bene in faccia” e infatti secondo il Gazzettino ne ha dato una descrizione talmente accurata da poterlo individuare grazie alle immagini delle videosorveglianza.
“In quel momento ero molto lucido” dice al Corriere del Veneto e ha pensato “meglio un brutto processo che un bel funerale” perché “so bene cosa si rischia in questi casi: la pistola poteva essere un giocattolo o essere scarica”. Nell’intervista integrale pubblicata da Rete Veneta stasera dice: “mi sono trovato di fronte ad una persona che ha estratto la pistola e in quel momento mi sono detto: chi prima agisce porta a casa la pelle”. Ha quindi sparato in aria per intimorire il ladro e lo rifarebbe ancora. “Il soggetto nella fuga brandeva la pistola – continua – è una situazione abbastanza cruda”, mai successa in 15 anni di carriera. Poi ha sparato “altri due tre colpi” e alla fine dovrebbero essere cinque. La giornalista racconta che “qualche minuto più tardi” (quindi non alle 21.15?) il malvivente viene bloccato dai carabinieri e per ora è soltanto denunciato.
A Camilla Bovo del Gazzettino afferma tuttavia che “non siamo mai pronti per queste situazioni” (per “noi” intende i quattro agenti di pattuglia che girano armati per le strade di Monselice, ndr) e “prima o poi a qualcuno di noi doveva succedere qualcosa del genere. Più ci ripenso e più l’adrenalina se ne va e sale la paura. Davvero, non siamo pronti ad episodi del genere”.
Gli spari sotto
Quest’estate Dargenio era balzato agli onori delle cronache per aver deciso di armare i vigili di Solesino con un “mitra”, che in realtà era una semiautomatica austriaca Glock (calibro 9X21), con puntatore di precisione. “Se si vogliono servizi mirati di prevenzione e repressione della criminalità – disse allora – servono anche le giuste attrezzature per gli operatori di polizia impegnati” poi seguirà il dovuto addestramento per preparali al peggio.
In gioventù è stato un militante di Alleanza Nazionale. Nel 2006 , a Padova, viene picchiato da alcuni autonomi all’uscita da un convengo di partito sul sostegno alle forze armate.
Nel paese di Sant’Elena raccontano che dopo essere stato cacciato dal prete con la sua squadra di calcetto perché bestemmiavano durante gli allenamenti, lo avrebbe denunciato per occultamento di cadavere a seguito del ritrovamento di presunte ossa durante i lavori di ampliamento della canonica (accusa rivelatasi infondata).
Nel 2014, nella spiaggia di Sottomarina, difende un’ambulante straniera aggredita dal proprietario dello stabilimento Splash. Lei si chiama Fiorellina ed è “minuta come il suo nome”. Nonostante ciò, il titolare la malmena e viene fermato dall’intervento di Dargenio.
Nel 2012 organizza a Solesino delle “Ronde”, ovvero un gruppo di cittadini che si ritrovano piazza per “cercare di aiutarsi a vicenda contro questo fenomeno criminoso che non sembrava arrestarsi in nessun modo”. Viene preso come punto di riferimento del gruppo per la posizione lavorativa ricoperta, spiegando che l’unico modo per poter arginare l’escalation di furti era di collaborare attivamente con le forze dell’ordine chiamando tempestivamente il 112, senza farsi spingere in nessun modo da atteggiamenti di giustizia privata, per non passare, come alle volte è accaduto, dalla parte del torto. L’amministrazione di allora lo denuncia per procurato allarme e istigazione a delinquere, ma la denuncia viene archiviata.
Dichiarerà: “Sono felice che la Magistratura abbia deciso di archiviare le denunce nei miei confronti e delle altre persone coinvolte in questo caso! Non abbiamo fatto nulla di male, c’eravamo proposti di costituire un’associazione per aiutare i nostri paesani ed invece siamo stati messi sullo stesso piano dei delinquenti e la cosa è a dir poco sconvolgente! In questa vicenda a perderci, ancora una volta sono state le persone oneste, le quali chiedevamo solo di aiutare i propri paesani e poter collaborare con gli organi preposti di Polizia per cercare di arginare questa ondata di criminalità e furti che colpiva Solesino”.
Nel 2016, in qualità di rappresentante della polizia locale di Monselice, invita i cittadini di Solesino, Sant’Elena ed Este a non uscire di casa per l’incendio avvenuto presso la ditta “Nek”, che all’epoca trattava rifiuti plastici. “Non sono un medico”, scrive, ma per “senso civico” allerta i concittadini dato che “l’aria ha tirato e continua a tirare” da quelle parti. Si brucia plastica, ed è pericoloso, nonostante l’Arpav non abbia lanciato alcun allarme in zona.
Dal 2014 diventa “il Vigile Buono” iniziando la battaglia contro lo scout speed, vicenda ben nota agli abitanti di Solesino, al centro della campagna elettorale che ha portato il suo gruppo alla vittoria delle amministrative del 2018.
Gli spari social
Sui social Dargenio è già un eroe e chi si permette di contestarlo viene accusato di sottomettersi ai delinquenti, di non aver mai provato cosa significhi essere derubato e di sperare di non aver mai bisogno delle forze dell’ordine.
Lo scontro più feroce riguarda l’interpretazione dell’art.53 del Codice Penale, che definisce le caratteristiche dell’uso legittimo delle armi da parte di un pubblico ufficiale. Alcuni lo citano per definire eccessivo il comportamento di Dargenio e altri ne sottolineano “all’uopo” dei passaggi importanti, tipo quello in cui l’uso della pistola sarebbe occorso ad “impedire la consumazione di un disastro ferroviario” (forse per il fatto che l’episodio è avvenuto nei pressi della stazione).
La maggioranza comunque è con Orfeo. “Il delinquente buono è quello morto…doveva mirare alle gambe…altro che per aria” scrive un utente; “Orfeo a sparato in aria fin troppo diligente…e che c…!!!“; “doveva portargli dei fiori?“.
Chi lo critica è un buonista che “ha rovinato L’Italia” oppure un “buonista con il culo degli altri” (“cene fossero di agenti così!!!!!“). Alla buonista più buonista di tutti, viene replicato “copate che se ora (traduzione: ucciditi che è ora)” con due like e due smile (forse ora sono di più, controllerò).
Si prosegue poi con “ha fatto LA COSA PIU’ GIUSTA CHE POTESSE FARE“, inneggiando alla rivolta: “noi si deve andare in piazza e prendere a calci chi li fa venire (il presunto malvivente è marocchino, ndr) e li protegge ormai siamo al limite“. Chi non considera Dargenio “un bravo vigile che x il solo fatto di aver sparato in aria ora subirà un processo ma che azzo di legge e questa il vigile vice sindaco a fatto solo il suo dovere bene e bravo” viene inviato a curarsi da un “bravo medico“. A difenderci, infatti, c’è “finalmente uno coi marroni!“, che sono pure di stagione.
In alcuni casi ci sono anche battibecchi di natura personale non meglio identificati: “bamboccia viziata” viene apostrofata un’utente un po’ critica sulla vicenda, la quale risponde “bamboccio viziato dillo ai tuoi figli dato che mi hai tolto il saluto“.
“Le parole sono finite” scrive un utente sibillino nello stesso gruppo facebook di paese. E, in maniera altrettanto sibillina, conquista 2 like e uno smile.